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segue dal post precedente

Ecco, appunto: si sta avvicinando alla conclusione della sua esperienza come sindaco. Per cosa vorrebbe esser ricordato? E qual è il suo rimpianto più grande, per ora?

«Vorrei esser ricordato semplicemente per avercela messa tutta, con tutte le energie, le risorse, il tempo disponibile. Alla fine mi piacerebbe essere ricordato perché ho fatto quel che ho potuto.

Poi mi piacerebbe esser ricordato per aver risolto il problema delle scuole dell’obbligo, perché ci tengo particolarmente: quando ho cominciato il mio mandato, non c’erano i posti nemmeno per la scuola elementare e media. In questi anni abbiamo costruito quaranta aule, altre sono in costruzione. Dunque il problema della scuola dell’obbligo è il maggiore che abbiamo risolto. Certo, mi piacerebbe finalmente riuscire ad avviare anche la scuola superiore, per la quale stiamo concludendo l’iter con la Provincia di Roma. Da ultimo, mi piacerebbe accorpare gli uffici comunali in un unica struttura, risolvendo così la dispersione degli uffici. Poi certamente se riuscissimo a fare il piano regolatore… può essere sicuramente una cosa importante, la cui gestione verrà lasciata a chi verrà!

Il rimpianto? Non aver potuto avere a disposizione due mandati pieni, perché il primo si è interrotto troppo presto: quell’interruzione del mandato ci ha fatto perdere ben due anni. Ogni volta che ricominci da capo, infatti, il bilancio vecchio è stato modificato dal commissario prefettizio e tu non puoi rimodificarlo. Devi, così, aspettare il bilancio nuovo… credo che se avessimo avuto a disposizione due anni pieni in più, sicuramente avremmo potuto completare meglio alcune cose!».

Già nel passato – con La Voce del Boschetto – abbiamo avuto modo di intervistarla. Nelle ultime interviste avevamo più volte affrontato il nodo della realizzazione di una biblioteca comunale. La biblioteca ancora non è stata realizzata. A che punto siamo?

«È vero: la biblioteca non è stata ancora realizzata, ma l’idea c’è ed è concreta! Abbiamo avuto in cessione gratuita all’interno del Patio di Tor San Lorenzo, 120 m2 di spazio. Lì sposteremo i vigili urbani e la delegazione di Tor San Lorenzo. Nel 2011 ci siamo impegnati, sia con il consiglio dei ragazzi che con la cittadinanza, ad utilizzare dei fondi per la ristrutturazione dell’attuale delegazione di Tor San Lorenzo, proprio per aprire lì la biblioteca comunale. Mi sembra infatti che quell’edificio, sia per le caratteristiche estetiche che per la buona posizione nel territorio, sia l’ideale per una biblioteca».

l'airone - in latino "ardea cinerea" - simbolo di Ardea

Avete proposte o progetti in cantiere, per quanto riguarda le politiche giovanili?

«Oltre alle iniziative di cui ho già parlato – biblioteca, scuola superiore, attrattive culturali – penso che l’aspetto sul quale siamo in ritardo sia lo sport: non abbiamo al momento un’impiantistica sportiva sul territorio degna di questo nome. Per questo abbiamo stanziato 200.000 euro per il consolidamento degli impianti sportivi di Tor San Lorenzo e Nuova Florida già esistenti e stiamo preparando il bando per una “città dello sport” da realizzare nell’ex cava di Nuova Florida. In passato avevamo già provato a utilizzare lo spazio per il progetto del teatro, ma il progetto è stato respinto.

Anche qui credo che un assetto urbanistico pensato attraverso il piano regolatore possa dare maggiori frutti. Penso ad esempio alla tendenza ad adottare l’urbanistica contrattata: chi vuole costruire sul territorio dovrà necessariamente fornire dei servizi, come cinema o palestre».

Da qualche mese il Comune di Ardea ha avviato la raccolta differenziata. Il sistema ancora mostra alcuni problemi tecnici, ma l’iniziativa – oltre a suscitare diverse polemiche – sembra non convincere tutta la cittadinanza. Per quale motivo un cittadino di Ardea dovrebbe fare la raccolta differenziata?

«Innanzitutto credo che si sia operato, attraverso la scelta del porta a porta, un atto di coraggio: la via del porta a porta è l’unico modo serio per fare la differenziata. Ci sono Comuni che hanno scelto la differenziata stradale, ma dopo tre anni essa raggiunge appena il 10%. Noi in pochi mesi abbiamo raggiunto il 30%, tenendo conto che il litorale e i quartieri periferici ancora non sono serviti, per problemi organizzativi-logistici.

Perché un cittadino dovrebbe differenziare? Intanto perché è un atto di civiltà: credo che la separazione, il recupero, il riciclo siano ormai una tendenza ineluttabile nell’organizzazione dei rifiuti. E poi perché può andare a suo stesso vantaggio! Sia perché la città viene liberata dai cassonetti. Sia perché, una volta entrata a regime, la raccolta differenziata ci farà risparmiare notevolmente in termini di smaltimento in discarica (che prima ci costava quattro milioni di euro l’anno). Più recuperiamo, più differenziamo, meno smaltiamo in discarica.

E considerando che stiamo intervenendo sul recupero degli evasori tributari, se noi risparmiamo sullo smaltimento dei rifiuti e riusciamo a far pagare tutti, credo che riusciremo a ridurre anche la TARSU. Questo già a partire dal 2011, e in modo più consistente nel 2012.

In fondo si tratta di un piccolo sacrificio quotidiano: non mi pare uno sforzo incredibile da fare!

È incredibile che magari ci si lamenti e poi andando nelle città del nord si dica “quant’è… pulito ma qui non ci sono cassonetti: qui sono civili”.

Proprio per questo ho pensato ad un’iniziativa carina: tutti hanno seguito il dibattito sull’efficienza e la cortesia nella pubblica amministrazione! Parlo ad esempio dell’iniziativa delle faccette (rossa, gialla, verde) per valutare i servizi pubblici.

Io vorrei fare la stessa cosa con i cittadini: se è vero che la pubblica amministrazione deve essere efficiente e cortese, allo stesso modo il cittadino deve essere educato e civile. Per questo sto studiando un sistema premiale per i cittadini civili ed educati – anche per dare risalto alle tante buone prassi quotidiane che la maggior parte dei cittadini ha. Allo stesso modo se, invece, una persona tiene un lotto incolto, attaccheremo un bel manifesto sulla recinzione del terreno, che testimoni come la persona in questione sia stata sanzionata, perché non ha rispettato le regole. Si tratta quindi di un sistema che premi chi fa il suo dovere e “metta alla gogna” chi non rispetta le regole civili. Può darsi che questo sistema funzioni più della semplice multa, visto che spesso neanche la multa serve poi a tanto!

Tornando, invece, alla raccolta differenziata, dobbiamo ancora risolvere il problema delle discariche abusive. Nei prossimi giorni verrà firmato il contratto con una ditta per garantire una videosorveglianza nei luoghi sensibili. A breve partirà un’opera di sorveglianza anche attraverso l’impegno dei vigili urbani. Nella prima fase abbiamo evitato di puntare sulle sanzioni: multare ci sembrava un approccio sbagliato. Adesso dopo la fase sperimentale, bisogna anche cominciare a sanzionare chi non compie il proprio dovere. Mi auguro dunque che tra videosorveglianza, sanzioni ed educazione, si possa arrivare pian piano a mettere a regime la questione raccolta differenziata.

In ogni caso tre mesi sono pochi per giudicare. Nei prossimi mesi, quando il sistema sarà a regime, son sicuro che tutto apparirà migliore».

Ringraziamo il sindaco per il tempo messoci a disposizione. A lui e alla sua amministrazione vanno i nostri auguri per un buon lavoro!

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Come promesso sulle colonne del nostro giornale, pubblichiamo l’intervista integrale al Sindaco di Ardea, prof. Carlo Eufemi…

Per cercare di comprendere meglio la nostra città, con i suoi problemi e le sue potenzialità, abbiamo scelto di incontrare il Sindaco di Ardea, il prof. Carlo Eufemi. A lui abbiamo rivolto alcune domande sul territorio che è stato chiamato ad amministrare e sul suo impegno politico.

Potrebbe indicarci – motivandolo – qual è l’ordine di priorità che darebbe (e da’ nel suo ruolo di sindaco) alle seguenti aree politico-amministrative: politiche per l’ambiente, politiche per la cultura, politiche sociali, politiche per l’istruzione e la formazione, politiche per lo sviluppo economico, assetto urbanistico e lavori pubblici?

«Ardea è una città che è cresciuta troppo rapidamente negli ultimi quindici anni e quindi i problemi sono emersi tutti insieme. E proprio perché c’è bisogno di maggiore consapevolezza, soprattutto culturale, metterei al primo posto il problema dell’istruzione e della formazione. Credo che senza cittadini ben educati ad essere cittadini – e consapevoli di essere cittadini europei – non si vada da nessuna parte.

Al secondo posto metterei l’assetto urbanistico e i lavori pubblici, perché credo che tanti problemi della città derivino proprio dal fatto di un assetto urbanistico sbagliato. Ardea è una città che è cresciuta senza alcuna pianificazione. Una rivisitazione della maglia urbanistica del territorio credo sia urgente e mi auguro di poterla fare prima della fine del mio mandato. Attualmente abbiamo in cantiere – tra quelle finanziate, in corso o in fase di appalto – una cinquantina di opere che riusciremo ad aprire e spero a chiudere nei prossimi due anni.

Poi c’è il grosso tema sociale: la città, proprio perché fortemente disgregata e cresciuta in fretta, ha bisogno sicuramente di risposte sul piano sociale. Non si tratta solo di assicurare assistenza, ma anche di garantire servizi. Tuttavia il nostro territorio ha problematiche serie, che derivano dalla presenza in numero considerevole di immigrati. Non parlo solo degli stranieri, parlo anche degli immigrati italiani che cercano soluzioni abitative più a buon mercato e meno onerose rispetto alla grande città.

Il resto non dico che è meno importante, ma è intimamente collegato ai settori che ho menzionato: una città ben organizzata attraverso il suo sviluppo urbanistico e capace di pensare al proprio futuro può anche dedicarsi a uno sviluppo economico e produttivo diverso, sulla base del quale è possibile creare un polo industriale, riorganizzare il polo turistico, quello commerciale e così via discorrendo. Tutto è intimamente legato in un progetto che deve essere necessariamente unitario e contenere tutte queste cose.

Su tutto vi è però un grande problema di risorse: di pari passo alla crescita demografica infatti non sono arrivati i trasferimenti finanziari dello Stato. Attualmente noi siamo fermi ai finanziamenti del 1994 e quindi abbiamo una perdita secca di trasferimenti dello Stato l’anno di circa due milioni di euro. Quindi ai comuni che crescono demograficamente non viene assicurata di pari passo una crescita di risorse finanziarie. È un problema serio che probabilmente non risolveremo con maggiori trasferimenti da parte dello stato ma potremo risolvere solo quando si darà attuazione ai decreti sul federalismo, fiscale ma anche istituzionale».

Intendete valorizzare il patrimonio culturale e archeologico di Ardea? In che modo?

«Credo che questa questione sia intimamente legata all’idea di sviluppo economico del territorio: noi dobbiamo dare impulso alla politica turistica, fatta ovviamente di tanti ingredienti. Uno di essi è proprio il patrimonio culturale. Su questo stiamo investendo: ho chiesto alla sovrintendenza, di aprire a breve alcuni siti. C’è poi un’azione di recupero: dal Castrum Inui al Casarinaccio. Per quanto riguarda il Museo Archeologico, mancano lavori di arredamento interno che spero giungano a termine entro l’estate.

Tra qualche settimana riusciremo a prendere possesso dell’Ipogeo cristiano che, se unito al Museo Manzù, ad altri siti importanti a cominciare dall’acropoli, ai Giardini della Landriana, possono essere parte di un percorso artistico, culturale, ambientale di grande pregio. Stiamo cercando di rendere tutto ciò visibile in occasione del quarantesimo dell’autonomia. Ardea è una città di grande storia e sicuramente una delle città più antiche del Lazio, però, dal punto di vista dell’autonomia comunale, è una della più giovani, perché il Comune ha solo quarant’anni di vita».

Marina di Ardea

Le ultime cinque giunte hanno terminato il proprio lavoro prima della fine del mandato. Anche in questi mesi sui giornali vengono riportati possibili malumori nella maggioranza. A cosa è dovuto questo fenomeno? E che ruolo avrà nel futuro del governo cittadino, sia nel breve che nel lungo termine?

«Questo è stato uno degli handicap della città: credo che un’amministrazione debba avere la possibilità di concludere il suo mandato. Se non altro perché ritengo che una prova si possa giudicare alla fine di un percorso, così come si giudicano gli studenti alla fine di un ciclo. Questa volta mi auguro che per la prima volta si possa concludere un mandato: ritengo che ci siano tutte le condizioni perché il mio lavoro possa essere giudicato alla fine dei cinque anni.

Come tutte le esperienze umane sicuramente sarà stato pieno di pregi e pieno di difetti – su questo non c’è dubbio – però deve essere serenamente lasciata ai cittadini la possibilità di valutare.

Questo fenomeno è un po’ un male di Ardea perché è un territorio molto litigioso, forse anche perché si tratta di un Comune giovane. E poi forse è anche tipico anche della litigiosità del luogo: trovo a volte una tendenza eccessiva alla “polemica per la polemica” e non alla critica costruttiva. Penso che con il tempo ci si abituerà ad un dibattito democratico costruttivo, come è giusto che sia, in cui ognuno esprime il suo punto di vista, senza necessariamente distruggere un’esperienza solo perché non ci si sente rappresentati da essa. Io credo che si possa amministrare in tanti modi.

Tra due anni finisco il mio lavoro perché non sono ricandidabile: mi piacerebbe lasciare, oltre a opere e servizi, anche una classe dirigente che possa prendere il testimone e continuare il lavoro. Di passi avanti ne sono stati fatti, a cominciare da una maggioranza che è più compatta e coesa del passato».

segue…

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