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Archive for the ‘buon Natale 2010’ Category

In questo inizio 2011 proponiamo a tutti voi la testimonianza di Martina, una delle ragazze del nostro Oratorio, che qualche mese fa ha partecipato ad un viaggio missionario in Sierra Leone, insieme ad altri giovani della nostra Diocesi. L’esperienza unica che Martina ha vissuto, a stretto contatto con uno dei Paesi più poveri della Terra, traspare dalle sue parole e dalle emozioni che descrive!

Credo che questo breve viaggio in Sierra Leone sia stato il viaggio più bello e significativo della mia vita. Ho avuto modo di conoscere delle realtà che oltrepassano l’immaginazione umana e le mie prime reazioni di fronte a queste realtà erano di totale silenzio, esteriore oltre che interiore. Non parlavo anche perchè non sapevo cosa dire, niente di quello che potessi vivere dentro di me poteva essere espresso se non con l’esternazione di emozioni contrastanti e decisamente amplificate. Sentimenti di estremo stupore, gioia, ammirazione, gratitudine… nel vedere la forza e il coraggio di queste persone, soprattutto i giovani, nel volersi rialzare dopo anni di guerra che li ha devastati. Nel vedere la vitalità che hanno e che manifestano attraverso la loro accoglienza, i loro sorrisi e contemporaneamente sentimenti di sconcerto, disagio, inutilità, estrema povertà.

Ho percepito l’umilità di quel popolo, di quella terra, la sua semplicità, genuinità e allo stesso tempo ne ho sentito tutta la grandezza d’animo, tutta la ricchezza che ha dentro di sé… mi sono sentita l’essere più piccolo e più grande della terra, perchè in quella povertà si è rivelata ai miei occhi tutta la potenza dell’amore di un Dio che non si dimentica di nessuno! Spero di ritornarci un giorno… col progetto che il Signore vorrà affidarmi!

Attraverso le parole di Martina, la redazione di Sulla Via augura a tutti voi – in questo giorno dell’Epifania del Signore (anche Giornata dell’Infanzia Missionaria!) – un 2011 di Pace!

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Proprio mentre stavamo per andare in stampa – e mentre fuori imperversava la pioggia – un cortocircuito ha mandato in fumo i nostri propositi di uscire questa sera, subito dopo la Veglia di Natale. E così saremo costretti a presentarvi il nostro numero natalizio tra qualche giorno.

Al di là della delusione, rimane la speranza che le nostre riflessioni sul Natale possano esser “utili” – come era nelle nostre intenzioni – soprattutto per i giorni dopo Natale…

Intanto cogliamo l’occasione per farvi presente alcuni appuntamenti per queste feste:

  • Sia sabato 25 dicembre, che sabato 1 gennaio, le S. Messe osserveranno i seguenti orari: 8,30 – 9,30 – 10,30 – 11,45. La Messa vespertina delle ore 17,30 per tali date è sospesa. Per tutte le altre domeniche o festivi, invece, le Messe conservano il solito orario domenicale.
  • Sabato 6 gennaio, dopo la S. Messa vespertina delle ore 17.30, si terrà in chiesa il concerto del Coro Polifonico San Gaetano.
  • Le attività dell’Oratorio Pier Giorgio Frassati riprendono regolarmente da sabato 15 gennaio

Nel rinnovarvi i nostri auguri per un Santo Natale, vi invitiamo a leggere (qualora non lo aveste ancora fatto), il racconto di Daniele, che è il nostro modo per augurarvi buone feste!

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Durante l’ultima riunione di redazione, nel preparare il numero in uscita, ci siamo chiesti quale fosse l’origine di questa festa, cioé da quando i cristiani il 25 dicembre festeggiano la nascita di Gesù. Curiosando un pò su internet (cathopedia.org) abbiamo trovato qualche notizia… ve la proponiamo:

“Era opinione diffusa tra gli storici che la tradizione che fissa la data del Natale al 25 dicembre sia sorta alcuni secoli dopo la nascita di Gesù, senza alcun collegamento con la sua effettiva data di nascita. Ricerche recenti hanno messo in luce come non escludono del tutto che Gesù sia nato effettivamente attorno al 25 dicembre. Sul fatto che il Natale venga festeggiato il 25 dicembre vi sono diverse ipotesi che possono essere raggruppate in due categorie: la prima che la data sia stata scelta in base a considerazioni simboliche interne al cristianesimo, la seconda che sia derivata dall’influsso di festività celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente al cristianesimo di allora. Le due categorie di ipotesi possono coesistere.

Il Natale non è presente tra i primi elenchi di festività cristiane ad oggi noti. Le chiese cristiane celebravano piuttosto la festa dell’Epifania, che commemora la visita dei Magi a Gesù. Il processo attraverso il quale il 25 dicembre divenne la ricorrenza della nascita di Gesù per tutta la cristianità, incominciò solo nel III secolo e durò fino al successivo e differì temporalmente secondo le diocesi”.

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La storia del Natale che fu

Era le notte più fredda che si ricordasse al villaggio da ormai molto tempo. La neve era caduta copiosa per tutta la giornata, calando il suo candido manto sull’intero bosco. Anche i passeri, che spesso saltavano da un ramo all’altro cinguettando allegramente, si erano rintanati nel calore dei loro nidi. La notte giunse più rapida del previsto tirandosi dietro il suo lenzuolo blu trapuntato di lucenti stelle. Casualmente andavano camminando per il piccolo sentiero tre giovani fratelli, figli, almeno assecondando le voci che circolavano nel villaggio, di un potente mago in una qualche regione del nord. Il più grande dei tre si chiamava Gelo e, in ordine, i suoi fratelli Congelo e Disgelo. Nonostante il cielo sereno e la notte stellata , il bosco era in quegli anni un luogo n on del tutto sicuro , specie per tre ragazzi che ritornavano a casa nel cuore della notte. In un lampo un branco di lupi bianchi si avventò sui ragazzi. Rossi occhi e affamate fauci, questo fu tutto ciò che videro i fratelli prima di chiudere gli occhi per preparandosi al peggio. Non oso certamente immaginare cosa sarebbe potuto accadere ai giovani, se non fosse intervenuto un viandante che passava di li per caso. Una bella bastonata qui, una sana botta li e i lupi scapparono, ritenendolo una preda troppo forte per loro. Appena si resero conto dell’accaduto i tre fratelli coprirono di ringraziamenti il viandante che gli aveva salvato la vite e, per onorare il suo coraggio, lo invitarono a cena nella loro dimora. Tra una portata ed un’altra Nicola, così disse infatti di chiamarsi il viandante, raccontò cosa avrebbe voluto fare quell’anno: voleva portare un dono a tutti i bambini buoni del paese, poiché se c’era qualcuno che si meritava veramente un dono, quel qualcuno era un bambino. Congelo e Disgelo furono subito presi dal discorso di Nicola e approvavano con profondi cenni della testa e con qualche battito di mani. A Gelo invece l’ospite cominciava ad infastidire, poiché sembrava così buono che, nonostante Gelo fosse un bravo ragazzo, sentiva di essere molto piccolo nei suoi confronti. Nicola disse che aveva passato molti dei mesi precedenti a confezionare regali per i bambini del paese e che la sera dopo sarebbe partito per distribuirli. Prima di lasciarlo uscire di casa Congelo e Disgelo promisero che avrebbero aiutato Nicola nel suo intento e che si sarebbero messi subito al lavoro. Congelo infatti era un fabbro eccezionale e Disgelo un promettente sarto. Lavorarono per un giorno intero sui loro doni per Nicola. Dopo un’immane fatica riuscirono a terminare i loro doni in tempo per la partenza. Congelo, ricorrendo come Disgelo alle sue arti magiche ereditate dal padre, aveva costruito una slitta d’oro velocissima, con la quale Nicola avrebbe potuto girare tutto il paese in una sola notte. Disgelo porse allora il suo dono a Nicola: un pesante completo rosso. Esso avrebbe permesso a Nicola di rendersi invisibile all’occorrenza e di ripararsi dalle temperature invernali. Nicola ringraziò a dismisura i due fratelli e, senza indugiare ancora partì. Gelo nel frattempo aveva assistito a tutta la scena dalla finestra della casa. Continuava a ripetersi che in fondo lui non doveva niente a quell’uomo, che avrebbe potuto tranquillamente prendere la sua strada e che se la sarebbe in  ogni caso cavato da solo contro i lupi. Ma più pensava più riteneva di aver torto. Quella notte ci fu una tormenta di neve come non se ne vedevano da anni in quella regione. Il povero Nicola si era perso nella foresta perché, nonostante la slitta più veloce ed il vestito più caldo, non riusciva a vedere oltre la distanza di un braccio. Congelo e Disgelo, che seguivano il viaggio di Nicola fin dall’inizio, magicamente intendo, si precipitarono nella camera del fratello e gli si prostrarono ai piedi chiedendo di aiutare Nicola e di averne pietà. Fu in quel momento che Gelo si rese conto di quello che aveva fatto e scoppiò in un prorompente pianto liberatorio. Rialzò immediatamente i suoi fratelli dal pavimento e corse precipitosamente nel suo laboratorio. Nicola stava quasi per rinunciare alla sua impresa, quando vide un puntino rosso all’orizzonte. Era Rudolph, il regalo di Gelo, una renna dal naso rosso che avrebbe sempre mostrato la direzione giusta  a Gelo. Nicola quella sera riuscì a consegnare tutti i regali grazie a Gelo. Era il 24 dicembre di molti anni fa.

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