Posted in buon Natale 2010, tagged fratelli, Natale on dicembre 14, 2010|
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Era le notte più fredda che si ricordasse al villaggio da ormai molto tempo. La neve era caduta copiosa per tutta la giornata, calando il suo candido manto sull’intero bosco. Anche i passeri, che spesso saltavano da un ramo all’altro cinguettando allegramente, si erano rintanati nel calore dei loro nidi. La notte giunse più rapida del previsto tirandosi dietro il suo lenzuolo blu trapuntato di lucenti stelle. Casualmente andavano camminando per il piccolo sentiero tre giovani fratelli, figli, almeno assecondando le voci che circolavano nel villaggio, di un potente mago in una qualche regione del nord. Il più grande dei tre si chiamava Gelo e, in ordine, i suoi fratelli Congelo e Disgelo. Nonostante il cielo sereno e la notte stellata , il bosco era in quegli anni un luogo n on del tutto sicuro , specie per tre ragazzi che ritornavano a casa nel cuore della notte. In un lampo un branco di lupi bianchi si avventò sui ragazzi. Rossi occhi e affamate fauci, questo fu tutto ciò che videro i fratelli prima di chiudere gli occhi per preparandosi al peggio. Non oso certamente immaginare cosa sarebbe potuto accadere ai giovani, se non fosse intervenuto un viandante che passava di li per caso. Una bella bastonata qui, una sana botta li e i lupi scapparono, ritenendolo una preda troppo forte per loro. Appena si resero conto dell’accaduto i tre fratelli coprirono di ringraziamenti il viandante che gli aveva salvato la vite e, per onorare il suo coraggio, lo invitarono a cena nella loro dimora. Tra una portata ed un’altra Nicola, così disse infatti di chiamarsi il viandante, raccontò cosa avrebbe voluto fare quell’anno: voleva portare un dono a tutti i bambini buoni del paese, poiché se c’era qualcuno che si meritava veramente un dono, quel qualcuno era un bambino. Congelo e Disgelo furono subito presi dal discorso di Nicola e approvavano con profondi cenni della testa e con qualche battito di mani. A Gelo invece l’ospite cominciava ad infastidire, poiché sembrava così buono che, nonostante Gelo fosse un bravo ragazzo, sentiva di essere molto piccolo nei suoi confronti. Nicola disse che aveva passato molti dei mesi precedenti a confezionare regali per i bambini del paese e che la sera dopo sarebbe partito per distribuirli. Prima di lasciarlo uscire di casa Congelo e Disgelo promisero che avrebbero aiutato Nicola nel suo intento e che si sarebbero messi subito al lavoro. Congelo infatti era un fabbro eccezionale e Disgelo un promettente sarto. Lavorarono per un giorno intero sui loro doni per Nicola. Dopo un’immane fatica riuscirono a terminare i loro doni in tempo per la partenza. Congelo, ricorrendo come Disgelo alle sue arti magiche ereditate dal padre, aveva costruito una slitta d’oro velocissima, con la quale Nicola avrebbe potuto girare tutto il paese in una sola notte. Disgelo porse allora il suo dono a Nicola: un pesante completo rosso. Esso avrebbe permesso a Nicola di rendersi invisibile all’occorrenza e di ripararsi dalle temperature invernali. Nicola ringraziò a dismisura i due fratelli e, senza indugiare ancora partì. Gelo nel frattempo aveva assistito a tutta la scena dalla finestra della casa. Continuava a ripetersi che in fondo lui non doveva niente a quell’uomo, che avrebbe potuto tranquillamente prendere la sua strada e che se la sarebbe in ogni caso cavato da solo contro i lupi. Ma più pensava più riteneva di aver torto. Quella notte ci fu una tormenta di neve come non se ne vedevano da anni in quella regione. Il povero Nicola si era perso nella foresta perché, nonostante la slitta più veloce ed il vestito più caldo, non riusciva a vedere oltre la distanza di un braccio. Congelo e Disgelo, che seguivano il viaggio di Nicola fin dall’inizio, magicamente intendo, si precipitarono nella camera del fratello e gli si prostrarono ai piedi chiedendo di aiutare Nicola e di averne pietà. Fu in quel momento che Gelo si rese conto di quello che aveva fatto e scoppiò in un prorompente pianto liberatorio. Rialzò immediatamente i suoi fratelli dal pavimento e corse precipitosamente nel suo laboratorio. Nicola stava quasi per rinunciare alla sua impresa, quando vide un puntino rosso all’orizzonte. Era Rudolph, il regalo di Gelo, una renna dal naso rosso che avrebbe sempre mostrato la direzione giusta a Gelo. Nicola quella sera riuscì a consegnare tutti i regali grazie a Gelo. Era il 24 dicembre di molti anni fa.
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