Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘non solo shop’

cancello di una delle villette costruite sulla spiaggia - Marina di Ardea

Stagione estiva, litorale laziale, Ardea. Come combinare queste tre parole? Per capire meglio cosa significa la stagione estiva per il nostro territorio, abbiamo scelto di intervistare Angelo Cavola, imprenditore locale e presidente del Sindacato Balneari Italiani (SIB) di Ardea. Il SIB è la sigla che raccoglie il 95% delle ventimila aziende balneari italiane. Ad Ardea essa è l’unica associazione che raggruppa le aziende che gestiscono strutture balneari, chioschi e ristoranti che si trovano sulle spiagge del territorio.

Il sig. Cavola, oltre a presiedere il SIB locale, ne è anche vicepresidente regionale, oltre che consigliere nazionale (in rappresentanza della Regione Lazio).

Quale realtà rappresenta il SIB ad Ardea?

«Il SIB di Ardea raggruppa circa 30 aziende, tra piccole e grandi, tra le quali vi sono stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, chioschi, bar che effettuano il noleggio delle attrezzature balneari. Ognuno di noi, soprattutto nei mesi di luglio e di agosto, fa del suo meglio, anche per organizzare serate musicali, eventi di animazione, tornei sportivi. La somma di tutte queste iniziative – ideate ovviamente nell’interesse delle nostre attività commerciali – contribuisce, però, non poco allo sviluppo economico del litorale».

Cosa pensa della situazione del nostro litorale? Quali potenzialità, quali aspetti da migliorare e come?

«Le aziende balneari in un luogo di mare rappresentano, secondo me, il motore dell’economia locale. Attraverso il turismo balneare, infatti, è un territorio intero a vivere: lavorano i negozi, si affittano le case. Il Comune di Ardea, però, se confrontato con le zone costiere limitrofe, rappresenta sicuramente il fanalino di coda del litorale pontino. Il nostro territorio è circondato da zone più sviluppate: mi riferisco innanzitutto ad Ostia, che è il “mare di Roma” e come tale ha un’antica cultura del turismo balneare e strutture più belle e più grandi. A sud, Anzio e Nettuno rappresentano anch’esse una zona più attraente: entrambe le città, ad esempio, hanno un porto turistico. Noi che ci troviamo “a metà strada”, abbiamo un turismo balneare che non beneficia di tutte queste infrastrutture.

Noi, come balneari – facilitati dal fatto di esser rappresentati ad Ardea da un’unica associazione di categoria, che ci rende più omogenei e compatti – cerchiamo di sviluppare sinergie con il territorio, organizzando in prima persona numerosi eventi, accanto a quelli programmati direttamente dall’amministrazione comunale».

Nei mesi scorsi lei ha più volte incontrato l’Amministrazione comunale per concordare “una strategia e una programmazione comune mirata alla riqualificazione e alla promozione del litorale di Ardea” (parole tratte dal sito del Comune di Ardea). Di cosa si tratta? Può fornirci qualche particolare in più?

«Innanzitutto occorre precisare un aspetto: i soggetti che insistono sul demanio marittimo, cioè gli stabilimenti balneari, sono soltanto dei soggetti concessionari di un’area demaniale dello stato. Per questo, ad esempio, noi ci possiamo chiamare “gestori”, ma non “proprietari”. La proprietà delle spiagge rimane del demanio marittimo, quindi dello stato.

In pratica noi paghiamo un canone demaniale e il Comune funge da esattore, lo riscuote e lo passa al demanio marittimo. Per questo i nostri rapporti con lo stato passano sempre attraverso l’amministrazione comunale.

È chiaro, però, che il Comune svolge anche alcune funzioni che interessano da vicino la nostra attività: l’amministrazione comunale regola, ad esempio, l’inizio e la fine della stagione balneare, stabilisce gli obblighi di un concessionario, cosa esso deve fare all’interno della propria struttura, come si deve comportare, cosa può organizzare.

Detto ciò, la parola “riqualificazione” è una bella parola che noi rincorriamo da tantissimi anni, ma si basa soprattutto su un aspetto tecnico che è quello del PUA (il piano di utilizzo degli arenili). Si tratta di una sorta di pianificazione comunale di quella parte demaniale costiera, che non è ricompresa nel piano regolatore generale. Il PUA stabilisce quali sono le aree della spiaggia che devono restare libere, le aree che si possono dare in concessione, le aree che possono avere un’autorizzazione per permettere l’ingresso delle barche in acqua.

Il PUA darebbe anche l’opportunità alle strutture balneari di farsi una sorta di “lifting”. È una misura che noi aspettiamo da circa 30 anni. Vi faccio alcuni esempi: se io all’interno della mia struttura balneare volessi creare una piscina, oppure volessi cambiare le cabine e renderle più “moderne” – noi abbiamo delle strutture che risalgono a 20-30 anni fa, senza neanche la doccia! – non potrei farlo, in assenza di una specifica regolamentazione presente nel PUA. Il Comune di Ardea ha adottato il PUA due anni fa, ma ora deve essere approvato dalla Regione Lazio. Ci troviamo quindi in un momento di attesa. È vero che si è riscontrato un notevole ritardo nella fase di pianificazione, ma anche la Regione sta impiegando molto tempo nella fase di approvazione.

E così, da diversi anni, durante l’inverno, come SIB andiamo sempre a sollecitare l’amministrazione comunale affinché possa interagire con la Regione e possa sollecitarla ad approvare il PUA. Solo una volta entrato in vigore, esso permetterà una seria riqualificazione».

il mare di Tor San Lorenzo

Si parla spesso della necessità di “fare sistema” come condizione essenziale per garantire uno sviluppo turistico al nostro litorale. Lei è d’accordo con questa affermazione?

«Non soltanto sono d’accordo con l’affermazione, ma credo che come balneari stiamo cercando di metterla in pratica. Lo dimostra la nostra adesione al Consorzio Mare di Roma, un consorzio turistico che abbraccia più comuni (da Nettuno a Fiumicino). Grazie a Mare di Roma, si è sviluppato anche il consorzio parallelo di “Non solo shop”, a Tor San Lorenzo. Si tratta di un centro commerciale naturale che cerca di ritagliarsi uno spazio nella nostra zona e di sviluppare il turismo nel periodo estivo.

Noi cerchiamo, insomma, di interagire con tutti gli attori economici, cercando di mettere assieme queste sinergie, queste forze tutte finalizzate alla promozione del turismo. Tengo a sottolineare proprio questo aspetto, perché quando qualcuno parla di “sviluppo del turismo”, se a parlare sono io che sono presidente del SIB, si può intendere che io voglia sviluppare gli stabilimenti balneari. Se lo dice un’altra entità, si potrebbe pensare che voglia sviluppare quella entità. Ma la cosa fondamentale è la somma delle forze di ognuno (anche l’associazione dei commercianti, ad esempio). Credo infatti che lo scopo di ognuno di noi è soltanto quello di promuovere il turismo, di attrarre persone sul territorio e di riqualificarlo».

In cosa gli altri soggetti (politici, economici e sociali) della città possono agevolare il vostro lavoro? E cosa potete dare voi per migliorare la situazione del nostro litorale?
«Io credo che come balneari, noi stiamo facendo del nostro meglio. E lo dico con cognizione di causa. Vi cito un esempio: i nostri fornitori provengono dalle regioni adriatiche (che sappiamo tutti essere una zona all’avanguardia, dal punto di vista del turismo balneare). Ebbene, quando i fornitori si presentano, si complimentano con noi. Insomma, abbiamo delle belle strutture, nulla da invidiare alla Romagna. Ovviamente loro son partiti prima! E hanno avuto anche un pizzico di fortuna, unita ad una politica dei prezzi adeguata.

Noi, da parte nostra, abbiamo stabilimenti curati, alcuni con animazione dalla mattina alla sera e baby club. Alcuni hanno addirittura un medico (che neanche la legge prevede!).

Per quanto riguarda l’amministrazione locale, credo che al momento vi sia un problema di fondi.

Certo è che ci portiamo dietro alcuni ritardi. Un esempio? La carenza di alberghi e di strutture ricettive. È ovvio che tutto ciò ha bisogno di una programmazione a lungo termine. Non esistono misure che si possono varare dall’oggi al domani. Io credo che c’è bisogno di guardare al futuro con più positività, con la consapevolezza che il turismo estivo balneare ha un’importanza superiore rispetto all’attenzione che finora gli è stata attribuita».

Aspettative e previsioni per la stagione che si è appena aperta?

«Dal punto di vista delle condizioni atmosferiche, le previsioni non sono tra le migliori! Anche se l’esperienza mi insegna che alla fine le stagioni balneari – positive e negative – si bilanciano le une con le altre. Certo è che non abbiamo cominciato al meglio!

La crisi degli ultimi anni ha inciso molto. All’interno delle nostre strutture una volta il clienti chiedevano abbonamenti stagionali, per tre mesi. Adesso siamo arrivati a fare abbonamenti per un mese e mezzo. Chi anche prima li faceva per un solo mese, adesso li fa per 15 giorni. Anche la presenza delle persone è diminuita ed è diminuito anche il periodo in cui le persone si fermano presso di noi: c’è più “mordi e fuggi” rispetto al passato. Da questo punto di vista ci auguriamo che si possa uscire quanto prima dalla crisi. Del resto, questo è un problema che riguarda tutti».

Al sig. Cavola va il nostro grazie per il tempo messoci a disposizione. A lui e agli altri imprenditori balneari della nostra città, va il nostro augurio per una stagione estiva bella e proficua.

Read Full Post »